Nata nella capitale svizzera negli anni sessanta, giovanissima si trasferisce in Italia stabilendosi a San Benedetto Po.
Concluse le Scuole Medie Superiori il 15 giugno del 1988 e consegue la specializzazione di Audioprotesista.
Successivamente decide di intraprendere in proprio questa professione aprendo il primo centro audioprotesico di Udito Finissimo.
Negli anni ha sempre svolto questa attività, prima nella filiale di Cremona, dove ha lavorato per circa sei anni e, in seguito, a Verona dove è rimasta per circa quattro anni per poi trasferirsi in pianta stabile in Lombardia, dividendosi tra il negozio di Mantova e l’ufficio di San Benedetto Po.
A marzo del 2014 è stato aperto il centro di Reggiolo, e nel 2019 inizia una prolifica collaborazione col Centro Polispecialistico Armonia di Porto Mantovano, aprendo un ulteriore punto Udito Finissimo nello stesso Centro, specializzato nella tecnologia Phonak Lyric.
Partecipa ai lavori dell’11° Congresso Nazionale della Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale. A coronamento di una carriera ricca di successi e di soddisfazioni professionali all’insegna dell’innovazione tecnologica a favore dei propri assistiti, nell’estate del 2017 pubblica il suo primo libro “Trent’anni si sentono. C’è più vita nel sentir bene” accolto favorevolmente sia dal pubblico sia dalla stampa.
Un libro utile e molto interessante che nelle intenzioni dell’autrice non doveva essere una delle tante biografie.
Partendo dalla propria esperienza personale, infatti, Zelia Cristina Perazzi ha voluto raccontare, anche attraverso numerose testimonianze, le potenzialità offerte dallo sviluppo tecnologico in campo audioprotesico, ripercorrendo la storia e l’evoluzione scientifica degli apparecchi acustici. Disponibile su Amazon
Zelia Cristina Perazzi incarna in modo paradigmatico la differenza che passa tra svolgere una professione ed essere, essa stessa, quella professione.
“Quello che ho dato in questi anni ai miei utenti, in termini di impegno, passione e competenza, è tornato indietro con la riconoscenza, i sorrisi, le parole di affetto di chi sente di aver recuperato, insieme all’udito, la possibilità di vivere pienamente la propria vita.”
